La startup di intelligenza artificiale Perplexity AI ha scosso il mondo tecnologico con un’offerta non richiesta da 34,5 miliardi di dollari per acquisire il browser Chrome da Google. L’operazione si inserisce in un momento delicato per il colosso di Mountain View, che si trova ad affrontare le conseguenze di una storica sentenza antitrust che potrebbe costringerla a cedere il suo browser dominante.
Perplexity, una delle startup più dinamiche nel campo dell’IA e già nota per essersi proposta nell’intricata vicenda di TikTok negli Stati Uniti, ha lanciato una nuova sfida. Secondo quanto riportato, la società avrebbe messo sul piatto una cifra che, sebbene imponente, viene considerata da diversi analisti notevolmente inferiore al valore reale di Chrome. Stime basate sugli accordi di Google con Apple per essere il motore di ricerca predefinito su Safari suggeriscono che il valore di Chrome potrebbe aggirarsi tra i 170 e i 600 miliardi di dollari, ben al di là dei 50 miliardi ipotizzati dal CEO di DuckDuckGo o delle stime più caute di alcuni analisti di Bloomberg.
Una Mossa Strategica nel Contesto Antitrust
La mossa di Perplexity non è casuale, ma si colloca nel cuore della battaglia legale che vede Google accusata di monopolio. Lo scorso anno, il giudice federale Amit P. Mehta ha stabilito che Google ha agito illegalmente per mantenere il suo dominio nel mercato della ricerca online. A breve, lo stesso giudice è chiamato a decidere le misure correttive necessarie per ripristinare la concorrenza, e la cessione forzata di Chrome è una delle opzioni sul tavolo, caldeggiata dal Dipartimento di Giustizia statunitense.
Presentando un’offerta concreta, Perplexity, supportata da importanti fondi di venture capital e investitori, non solo si posiziona come un potenziale acquirente, ma invia un segnale forte al tribunale: esiste un’alternativa di mercato praticabile. Questo potrebbe influenzare la decisione del giudice Mehta, spingendolo a optare per una misura strutturale come la vendita del browser, che conta oltre tre miliardi di utenti a livello globale. Per una startup come Perplexity, che ambisce a ridefinire la ricerca tramite l’intelligenza artificiale, l’acquisizione di Chrome rappresenterebbe un’opportunità senza precedenti per integrare la propria tecnologia e raggiungere una base di utenti vastissima.
Il Contesto Politico e le Pressioni su Big Tech
La vicenda si inserisce in un clima di crescente pressione politica sul settore tecnologico negli Stati Uniti, caratterizzato da un interventismo marcato dell’amministrazione Trump. Recentemente, il Presidente ha negoziato accordi diretti con i giganti dei semiconduttori: Nvidia e AMD si sono impegnate a versare al governo statunitense il 15% dei ricavi derivanti dalla vendita dei loro chip in Cina.
Inoltre, lo stesso Trump ha pubblicamente richiesto le dimissioni dell’amministratore delegato di Intel, Lip-Bu Tan, per presunti legami con la Cina, salvo poi ritrattare e incontrare il CEO pochi giorni dopo, a dimostrazione di un approccio diretto e spesso imprevedibile nelle relazioni con i vertici della Silicon Valley. Questo scenario di forte controllo politico potrebbe ulteriormente complicare la posizione di Google, rendendo una decisione del tribunale a favore della vendita di Chrome un’ipotesi sempre più plausibile.