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Un nuovo brevetto Nintendo concesso dall’ufficio brevetti statunitense (USPTO) sta accendendo un acceso dibattito nel mondo dei videogiochi. Il titolo, numero 12,403,397, depositato a marzo 2023 e approvato il 2 settembre 2025, protegge una specifica meccanica di gameplay, sollevando dubbi sulla sua effettiva novità e sulle possibili conseguenze per l’intero settore.

Analizziamo nel dettaglio di cosa si tratta, perché è così controverso e quali rischi comporta per l’innovazione.

Cosa prevede il nuovo brevetto Nintendo?

Il brevetto descrive un motore di gioco focalizzato sull’interazione tra il protagonista, controllato dal giocatore, e un “alleato” evocato. La meccanica si articola in questi punti chiave:

  1. Evocazione contestuale: Con un primo input, il giocatore evoca un alleato. Se nelle vicinanze è presente un nemico, si attiva immediatamente una battaglia. In assenza di minacce, l’alleato passa a un controllo automatico gestito dall’IA.
  2. Comando di Posizione: Con un secondo input, il giocatore può ordinare all’alleato di raggiungere una posizione specifica.
  3. Ingaggio Automatico: Se nella posizione indicata si trova un nemico, si innesca automaticamente una seconda modalità di combattimento.

In sintesi, Nintendo ha messo “nero su bianco” una meccanica che mira a unificare l’evocazione (summoning), il movimento e l’ingaggio in un unico flusso di controllo, rendendo l’esperienza di gioco più fluida e dinamica. Ma è davvero un’idea originale?

I requisiti per brevettare un’invenzione: Un passo indietro

Prima di analizzare le critiche, è utile ricordare che un brevetto non protegge un’idea astratta (come “evocare un aiutante”), ma una soluzione tecnica concreta e ben definita. Per essere valido, un brevetto deve soddisfare requisiti rigorosi, la cui assenza può renderlo nullo.

I pilastri della brevettabilità sono:

  • Liceità: L’invenzione non deve violare l’ordine pubblico o il buon costume.
  • Novità: Non deve essere mai stata resa accessibile al pubblico prima della data di deposito della domanda. La segretezza è fondamentale.
  • Altezza Inventiva (o Non Ovvietà): L’invenzione non deve risultare ovvia a una persona esperta del settore. Deve rappresentare un passo avanti non banale rispetto allo stato della tecnica (la cosiddetta “prior art”).
  • Applicazione Industriale: Deve poter essere fabbricata o utilizzata in un settore industriale, garantendone l’utilità pratica.

Inoltre, la descrizione deve essere così chiara da permettere a un esperto di replicare l’invenzione. È proprio sulla novità e sull’altezza inventiva che si concentrano le maggiori perplessità riguardo al brevetto Nintendo.

Gameplay e “Prior Art”: Le due letture del brevetto

Per chiunque abbia esperienza nel mondo dei videogiochi, l’archetipo del “compagno” di viaggio (alleato, pet, minion) è tutt’altro che nuovo. Ma un archetipo non è sufficiente a invalidare un brevetto; conta la configurazione tecnica.

La critica: Una meccanica ovvia e già vista

La prima interpretazione, e la più diffusa tra gli addetti ai lavori, è che le rivendicazioni di Nintendo non siano altro che una riformulazione di dinamiche presenti da decenni in innumerevoli titoli. Giochi di ruolo come Persona, action-RPG come Elden Ring o hack and slash come Diablo utilizzano da sempre meccanismi di:

  • Evocazione di alleati.
  • Intelligenza artificiale per i compagni.
  • Combattimento automatico.
  • Ordini contestuali.

Anche se nessun singolo titolo del passato includesse esattamente questa combinazione, un tecnico del settore la considererebbe una soluzione ovvia, derivante dalla normale evoluzione del game design.

La difesa: Un flusso di gioco più fluido

Una lettura più favorevole a Nintendo suggerisce che l’innovazione risieda nella combinazione specifica di tempistiche, priorità e stati, creando un flusso di gioco più continuo. L’obiettivo sarebbe ridurre la micro-gestione da parte del giocatore, aumentando il ritmo e rendendo più fluidi i passaggi tra controllo diretto e autonomia dell’alleato.

Il brevetto ‘397 si posizionerebbe come un miglioramento rispetto ai sistemi tradizionali, dove evocazione e combattimento sono spesso eventi separati e macchinosi.

Un brevetto pericoloso: Quali rischi per l’innovazione?

Al di là del dibattito tecnico, la concessione di questo brevetto solleva un allarme per l’intero settore. Le principali critiche evidenziano come la decisione dell’esaminatore possa derivare da una carenza nell’analisi della prior art e da una scarsa specializzazione nel campo videoludico.

Se brevetti su meccaniche di gioco così fondamentali vengono approvati, il rischio è duplice:

  1. Ostacolo all’Evoluzione del Gameplay: Gli sviluppatori, soprattutto quelli indipendenti e con meno risorse legali, potrebbero essere scoraggiati dall’implementare soluzioni simili per timore di azioni legali.
  2. Uso Strategico del Brevetto: Per una multinazionale come Nintendo, la semplice minaccia di una causa per violazione di brevetto (i cui costi legali, specie negli USA, sono proibitivi) è un’arma potentissima per soffocare la concorrenza, anche se il brevetto dovesse risultare giuridicamente debole.

Conclusioni: Il futuro del gameplay è a rischio?

Il caso del brevetto Nintendo è un chiaro monito. Quando il sistema brevettuale protegge soluzioni prive di reale novità, rischia di trasformarsi da motore di progresso a strumento di difesa di interessi monopolistici.

Un brevetto non dovrebbe ingabbiare idee note, ma rimanere fedele al suo scopo originario: garantire un’esclusiva temporanea in cambio della condivisione di una vera innovazione. Altrimenti, il rischio è di cristallizzare vecchie meccaniche dietro barriere artificiali, penalizzando la creatività e il progresso che hanno sempre definito il mondo dei videogiochi.

Se vuoi approfondire:

“Un imbarazzante fallimento del sistema brevettuale statunitense…”

“Questo brevetto Nintendo è stato apparentemente concesso senza che un esaminatore di brevetti esaminasse un singolo gioco…”

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