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A Napoli è stato inaugurato Megaride, un nuovo e potente supercomputer che posiziona la città e l’Italia al centro della mappa europea per l’innovazione tecnologica e la sicurezza informatica. Con un investimento di circa 50 milioni di euro, questo sistema di calcolo ad alte prestazioni (HPC) non è solo un gioiello tecnologico, ma il fulcro di una strategia nazionale per potenziare la ricerca, l’intelligenza artificiale e la difesa dalle minacce informatiche.

L’inaugurazione si è tenuta il 27 giugno 2025 presso il polo ingegneristico dell’Università Federico II a San Giovanni a Teduccio, alla presenza di figure istituzionali di primo piano, tra cui il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, e il Direttore Generale della DG Connect della Commissione Europea, Roberto Viola.

Un nome antico per un progetto visionario

Il nome Megaride è un omaggio all’isolotto su cui sorge il Castel dell’Ovo, simbolo delle origini di Napoli. Questa scelta sottolinea il legame con un territorio che si consolida come capitale del sapere e dell’innovazione. Il progetto, nato da un’iniziativa dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), con il supporto di Cineca, CNR e del Centro Nazionale ICSC, mira a creare un ecosistema avanzato per la ricerca accademica, industriale e per la sicurezza del Paese.

Caratteristiche tecniche e missione strategica

Megaride è una macchina all’avanguardia, caratterizzata da un’elevata efficienza energetica. La sua potenza di calcolo è alimentata da 28.000 processori (CPU) e 340 acceleratori (GPU), un’architettura ottimizzata per lo sviluppo di soluzioni basate su Intelligenza Artificiale e Machine Learning.

La sua missione principale si articola su due fronti:

  1. Supporto alla Ricerca: Fornire una risorsa di calcolo potentissima a università, startup e imprese per accelerare l’innovazione e il trasferimento tecnologico.
  2. Potenziamento della Cybersicurezza: Agire come nucleo tecnologico per la difesa nazionale. Megaride analizzerà un’enorme mole di dati per individuare minacce latenti, prevenire attacchi informatici e potenziare HyperSOC, l’attuale sistema di ACN per il monitoraggio delle minacce.

Grazie a questa infrastruttura, sarà possibile, ad esempio, creare un DNS (Domain Name System) nazionale pubblico, essenziale per gestire in modo indipendente le informazioni che transitano online e per avere una visione chiara in caso di attacchi DDoS.

Non solo calcoli: un ecosistema per talenti e startup

Il progetto Megaride va oltre l’hardware. La scelta di collocarlo all’interno dell’Università di Napoli è strategica: l’obiettivo è creare una “palestra” per i talenti, attirando studenti e ricercatori e offrendo loro strumenti di prim’ordine.

ACN sta investendo non solo in tecnologia (circa 30 milioni di euro tra acquisto e gestione quinquennale), ma anche in capitale umano. Attraverso il programma Cyber Innovation Network, l’Agenzia finanzia borse di dottorato e supporta 12 startup, con l’obiettivo di creare una catena del valore completa. L’idea è quella di fare da “matchmaker” tra le grandi aziende del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e le giovani imprese innovative, per costruire un ecosistema robusto che attragga investimenti e impedisca la “fuga dei cervelli”.

L’asse Napoli-Bologna: la spina dorsale del supercalcolo italiano

Megaride non è un’isola, ma un nodo cruciale di una rete nazionale distribuita. È strettamente interconnesso con Leonardo, il supercalcolatore ospitato dal Cineca a Bologna, uno dei più potenti al mondo. Questa sinergia tra Napoli e Bologna crea un asse strategico per il supercalcolo italiano.

Il futuro vedrà un ulteriore potenziamento con l’arrivo dell’AI Factory (IT4LIA), finanziata dall’impresa comune europea EuroHPC, che consoliderà il ruolo di leadership dell’Italia. Le applicazioni di questa potenza combinata sono vastissime, come lo sviluppo di digital twin (gemelli digitali) urbani coordinato dall’Università di Napoli per simulare dinamiche ambientali, sociali e di traffico nel pieno rispetto della privacy.

La prossima frontiera è già definita: il calcolo ibrido classico-quantistico. Sia a Napoli (dove un computer quantistico è già stato inaugurato nel 2023) che a Bologna (dove ne arriveranno due nel 2026) si creeranno sistemi ibridi in rete. Questa infrastruttura unica al mondo permetterà di affrontare problemi oggi irrisolvibili, proiettando l’Italia in una posizione di avanguardia globale.