Libri e cinema hanno sempre avuto il dono di anticipare i tempi.
E quando si parla di hacking, intelligenze artificiali e cybercriminalità, alcuni film sembrano addirittura predire le dinamiche che oggi la cybersecurity affronta ogni giorno.
Nella cyber-review di quest’oggi costruiremo, rispetto al solito,un percorso di pellicole iconiche rivedendole attraverso la lente delle minacce digitali attuali.
Johnny Mnemonic (1995)
Ambientato nel 2021, un anno ormai decisamente passato.
Lo scenario è quello cyberpunk: un mondo dominato dalle megacorporazioni, dalla realtà virtuale e dal traffico clandestino di informazioni. Johnny (Keanu Reeves), “corriere umano di dati”, accetta di trasportare un file impiantato direttamente nel suo cervello con conseguenze decisamente inaspettate.
Ispirato all’universo di William Gibson, di cui peraltro consigliamo la lettura dei libri, il film anticipa concetti oggi discussi nel mondo reale quali il bio-hacking, la crittografia evoluta ed traffico illecito di dati sensibili.
Il Cyber Parallelo con il mondo reale:
Oggi, pur senza chip neurali nel cranio, i dati sensibili viaggiano su dispositivi vulnerabili, cloud mal configurati e supply chain compromesse. L’idea di memorie umane violate si riflette nei rischi di leak, spionaggio industriale e nelle nuove frontiere della neurosecurity.
Matrix (1999)
Neo è un hacker che vive due vite: programmatore di giorno, fuorilegge della rete di notte.
Dietro il sipario della sua vita duale, scopre che la realtà stessa è una simulazione creata da un’intelligenza artificiale.
Matrix non è solo un capolavoro visivo, è un invito a guardare sotto la superficie digitale.
L’allegoria del codice, del libero arbitrio e della manipolazione informatica sono potentissime in questo primo capitolo, con riferimenti e scene che sono rimaste nell’immaginario collettivo per anni.
Il Cyber Parallelo con il mondo reale:
Oggi conviviamo con ambienti virtualizzati, container, sistemi di test, deepfaking e social sempre più assuefacenti. Il rischio di una esposizione involontaria dei sistemi aziendali critici, di ambienti non correttamente segmentati e di fughe di dati sono massimi.
La sicurezza nei sistemi complessi richiede controllo dell’identità, crittografia robusta e sandboxing reale.
Senza dimenticare ideologicamente quanto labile stia diventando il margine tra mondo reale e mondo dei social, con un bisogno di apparire che inizia ad avere risvolti psicologici anche catastrofici.
Costituisce a livello di pellicola anche la milestone di passaggio tecnologico, appena prima dell’avvento dei debordanti smartphone, croce e delizia del nostro tempo.
Millennium – Uomini che odiano le donne (2011)
Passiamo ad un thriller investigativo tratto dal romanzo di Stieg Larsson, dove la vera protagonista è Lisbeth Salander, hacker solitaria, alternativa e brillante che penetra reti e identità digitali con metodi realistici e tangibili.
Siamo lontani, soprattutto nella prima versione dell’adattamento , dal mondo degli effetti speciali: vengono attivamente impiegati keylogging, social engineering, intrusioni silenziose nei sistemi, e uno stile investigativo in cui il cyber si fonde col personale.
Il Cyber Parallelo con il mondo reale:
Nella pellicola viene ritratto l’hacking quotidiano: furti di identità, sottrazione di account, accessi tramite exploit e tecniche di ricognizione nel dark web.
Modalità di attacco che, ancora oggi, costituiscono il 90% delle compromissioni reali. Lisbeth è una ethical hacker (anche se borderline) ante litteram.
Billion Dollar Heist (2023)
In questo docu-thriller la realtà super la fantasia con il racconto di un colpo avvenuto nel mondo reale: il tentato furto di un miliardo di dollari da parte di un gruppo APT ai danni della banca centrale del Bangladesh.
Nessun eccesso di fantasia: solo attacchi ben coordinati, phishing, vulnerabilità bancarie e mancanza di procedure.
Interviste ed esperti evidenziano quanto ancora oggi i sistemi finanziari possano essere fragili davanti a threat actor motivati ed organizzati.
Il Cyber Parallelo con il mondo reale:
Una lezione chiara: bastano email infette, misconfigurazioni, ritardi nell’adattamento delle procedure e nel mappare i sistemi per creare una catastrofe. Il film è un manuale di cyber risk governance camuffato da thriller.
Chiudiamo il cerchio con l’ultimo capitolo di una saga già citata, al di là del suo successo di critica e pubblico, tenendo conto del suo profilo cyber.
Matrix Resurrections (2021)
Nel sequel/reboot, Neo è un game designer prigioniero di una nuova simulazione.
Una intelligenza artificiale ribelle, accede al suo ambiente di sviluppo per liberarlo.
Il film introduce una riflessione moderna: i confini tra social, ambienti di test, produzione e realtà virtuale sono sempre più labili.
Il Cyber Parallelo con il mondo reale:
Il film muove sottilmente una critica alla crescente confusione tra ambienti di test con ambienti reali, come accade spesso nel DevOps moderno.
Una la metafora perfetta per incidenti causati da configurazioni errate, accessi e permessi amministrativi lasciati incustoditi o backdoor volontarie, con una punta potenziale velata critica alle richieste di controllo sui sistemi da parte di taluni governi.
Dalla distopia cyberpunk di Johnny Mnemonic, alla lucidità tecnica di Billion Dollar Heist, il cinema ci racconta ciò che oggi è realtà:
la cybersecurity è parte integrante della nostra vita.
Anche se nei film le soluzioni sono più veloci e spettacolari, le vulnerabilità, i metodi di attacco e i limiti umani restano attuali.
Uno sguardo critico alla fine, serve sempre.
Articolo in collaborazione con Lorenzo Raimondo, Managing Director di Observere