La nuova serie di Netflix, “Zero Day”, sta rapidamente conquistando le prime posizioni tra le più viste in Italia per il mese di febbraio.
Gli episodi vedono protagonista un Robert De Niro in gran spolvero, nei panni di George Mullen, ex presidente degli Stati Uniti richiamato in servizio per indagare su di un devastante attacco informatico che ha messo in ginocchio la nazione.
Nel corso dell’indagine, Mullen scoprirà una complessa rete di inganni e cospirazioni che minacciano la sicurezza nazionale, fornendo al contempo anche spunti di riflessione molto attuali.
Zero Day – Cybersecurity
Il termine “Zero Day” che dà il titolo alla serie si riferisce a un concetto chiave nel campo della cybersecurity.
Una vulnerabilità zero-day è un difetto di sicurezza in un software sconosciuto agli sviluppatori e per cui conseguentemente non esiste ancora una patch o soluzione.
Un hacker che dovesse identificare una di queste falle sconosciute potrebbe sfruttarla per eseguire attacchi informatici particolarmente pericolosi prima che la vulnerabilità venga individuata e corretta.
Nella serie, l’attacco zero-day rappresenta una minaccia improvvisa e devastante, che mette in luce la vulnerabilità delle infrastrutture moderne di fronte a falle di sicurezza sconosciute e concretizza davanti agli occhi dello spettatore la minaccia generalmente impalpabile e poco pubblicizzata degli attacchi informatici.
Rispetto alla realtà della cybersecurity, la narrazione estremizza il concetto di zero-day per aumentare la tensione ed il senso del pericolo.
Le vulnerabilità sfruttate dagli attaccanti misteriosi non sono solo numerose, ma coinvolgono sistemi e programmi estremamente diversi, suggerendo un livello di sofisticazione elevatissimo attualmente poco concretizzabile ma tuttavia verosimile . L’accento fantascientifico punta proprio su questa estrema complessità plausibile per reggere l’architettura della storia, creando un intricato intreccio di pericoli che mantiene alto il ritmo narrativo.
Nel mondo reale, le vulnerabilità zero-day rappresentano comunque una seria minaccia per la sicurezza informatica. Ad esempio, nel Patch Tuesday di febbraio 2025, Microsoft ha corretto quattro vulnerabilità zero-day, di cui due già attivamente sfruttate in rete.
Sempre a febbraio 2025 Apple ha pubblicato un aggiornamento urgente per iOS, bloccando una tipologia di attacchi che permetteva di estrarre dati e sbloccare i device.
Un altro esempio significativo risale a novembre 2024, quando Apple ha rilasciato patch di emergenza per correggere due vulnerabilità zero-day nei sistemi Mac basati su Intel.
Le falle, presenti nei componenti macOS Sequoia JavaScriptCore e WebKit, erano già utilizzate in attacchi mirati.
“Zero Day” non solo offre una trama avvincente e ricca di suspense, ma pone anche l’attenzione sull’importanza della sicurezza informatica e sulla necessità di una vigilanza costante per proteggere i sistemi da minacce sconosciute.
La serie invita gli spettatori a riflettere sulle implicazioni di tali attacchi, su quanto poco se ne parli o come si adotti una tendenza omertosa nei confronti del pericolo che rappresentano nonché sull’urgenza di sviluppare ed impiegare anche nella sfera personale strategie o mezzi efficaci di prevenzione.
Il fatto che una minaccia sia impalpabile, non significa necessariamente che non possa colpire anche noi.
Glossario bonus:
Nella miniserie si parla anche del possibile coinvolgimento dei cosiddetti “nation-state actors”.
Come nella realtà, si tratta di gruppi di hacker sponsorizzati o direttamente gestiti da governi nazionali con l’obiettivo di condurre operazioni molteplici, dallo spionaggio, al sabotaggio o perfino la guerra informatica. Questi gruppi, spesso dotati di risorse avanzate e accesso a vulnerabilità zero-day sconosciute, sono reali, pericolosi, persistenti ed in grado di sostenersi economicamente in maniera autosufficiente.
Articolo in collaborazione con Lorenzo Raimondo, Managing Director di Observere